Perché musica virtuale

Essere un chitarrista autodidatta o diplomato è comunque un privilegio. Infatti, la chitarra acustica è come un’estensione del tuo corpo, puoi portarla con te in pratica ovunque, in giro per la casa, per la tua città, per il mondo, come del resto un violino o una tromba, ma a differenza di questi, è uno strumento armonico quasi completo quanto un pianoforte, che ovviamente è molto più ingombrante e difficile da trasportare. Quando si ha il tempo di esercitarsi e suonare la chitarra ovunque, si hanno di continuo (e spesso casualmente) nuovi spunti e idee musicali. Chi è ben ferrato nella teoria e nella scrittura musicale, volendo può subito fissare l’ispirazione su un pezzo di carta qualsiasi, sapendo che anche a distanza di tempo potrà recuperare esattamente tali ispirazioni che altrimenti andrebbero perdute nel dimenticatoio. Chi non è così abile nel “dettato musicale” spesso disperde, dimenticandole, una svariata quantità d’idee musicali, buone o cattive che siano, nate repentinamente durante l’attività di libera improvvisazione e nel tempo persino interi pezzi conclusi. Questo è quanto succedeva a me fin quando non mi sono imbattuto nei programmi computerizzati di notazione musicale (Finale, Sibelius, Encore ecc.). Non è stato facile all’inizio, con il solo aiuto del manuale in inglese, addentrarsi nei meandri di Finale, capirne il funzionamento e utilizzarne le potenzialità che sono enormi (tuttora ritengo di conoscerne appena una piccola parte) tuttavia è apparso subito chiaro che esistevano due modi d’utilizzo: usare un’interfaccia MIDI per collegarsi al computer con la chitarra ed eseguire esattamente il proprio pezzo lasciando a Finale il compito di trascrivere fedelmente quanto suonato oppure, non essendo degli interpreti raffinati del proprio strumento, trascrivere nota a nota il proprio brano musicale, verificando passo passo, grazie al playback, che quanto scritto corrisponda esattamente a quanto si ha in testa. Quest’ultima è stata la strada che ho intrapreso nell'ottobre del 2009, avendo inizialmente come principale obiettivo quello di produrre delle partiture tipograficamente perfette, stamparle e conservarle per non disperdere nel dimenticatoio idee e composizioni musicali. Alternando poi Finale anche con il programma di notazione Sibelius, sono così migliorato nella teoria e nella scrittura musicale e ho iniziato anche ad apprezzare la qualità dei cosiddetti “strumenti virtuali” dei quali esistono varie e raffinate librerie con cui si possono arrangiare i propri pezzi (anche se ideati con la sola chitarra) per gli insiemi di strumenti più vari. Districandomi tra le svariate funzionalità di Cubase (la prima e la più nota fra le DAW, acronimo di Digital Audio Worksation) e degli innumeri plugin che esso può ospitare, ho cercato infine di dare ai miei pezzi la migliore qualità sonora possibile, compatibilmente con le mie conoscenze del programma e le mie disponibilità economiche rispetto ai requisiti richiesti per il sistema computerizzato. Il risultato lo potrete valutare ascoltando spero attentamente le mie composizioni pubblicate su questo sito o nel sito dei cultori di Sibelius (Score Exchange) dove potrete anche prenderne in visione le partiture. E’ chiaro che nessun organico di strumenti virtuali potrà mai sostituire l’equivalente umano, tuttavia c’è l’indubbio vantaggio, volendo, di poter ingaggiare anche un’intera orchestra di strumentisti obbedienti, disciplinati, instancabili e soprattutto a costo zero. In definitiva, per quanto limitata, anche la musica virtuale fa parte di quella infinita dimensione fisica e spirituale che è la musica. La gioia, il piacere, la sorpresa, in generale la quantità di buone emozioni e sensazioni che essa mi dà è tale per cui ringrazio chi mi ha messo al mondo e mi ha iniziato a essa. Questo sito è perciò nato per condividere queste mie esperienze e sensazioni nell'esplorarla.

Commenti